mercoledì 17 marzo 2021

2017052017 Pitty il pistacchio coraggioso

 2017052017 Pitty il pistacchio coraggioso


Era una mattina di marzo, quando dalla piantina madre inizio a farsi strada uno stelo più forte e duro.

Il tepore dei primi soli primaverili frammisto alla dolce rugiada scesa dal cielo durante la notte davano coraggio alla natura presente nel piccolo orto del signor Rubens.

Fu così che un giorno, passate poche settimane, Pitty aprì gli occhi per la prima volta.

Uno stupore per lui, giunta la sera venne il buio ed i suoi occhi venivano oscurati da una patina verde che lo costringeva a rilasciare particelle di anidride carbonica, assunta durante il giorno; sentiva come un brivido frizzante lungo la schiena.

Trascorsi i primi giorni di meraviglia, iniziò a guardarsi intorno e vide vicino a se altri fiori che come lui guardavano il mondo da un oblò. Non si sentiva più solo insieme agli altri; si facevano delle grandi boccate d'aria buona, che nel scendere nei suoi piccoli polmoni gli dava fresche e piacevoli sensazioni.

Dopo una decina di giorni si accorse di possedere una bocca, con la quale incominciò a chiacchierare, scoprendo che c'erano fiori d'ogni genere, età e simpatia.

Fece subito amicizia con un fiorellone pieno di capelli gialli; era divertente vederlo seguire la luce, quando si presentò, apprese che infatti l'amico si chiamava Sole.

un'altra amena "elementa" con cui chiacchierava volentieri era una fiorellina gialla che col passare del tempo ingrossava ed arrossiva; Pitty la invidiava un po' perchè lui era bianco e piccolo.

Fraggy (così si presentò) comunque era assai simpatica ed era difficile non ammirarla; essendo molto vicina al terreno, quando pioveva acqua dal cielo si sporcava e tutta ed assumeva un colorito plumbeo, che sfociava nell'ilarità di tutto il campo!

Poco lontano dal campo, un grande albero di nome Abete, insegnava come affrontare la vita di tutti i giorni, dando loro consigli sulle più svariate attività vitali, da svolgere nell'arco della giornata.

Era un saggio arbusto ormai 33N, che passava le giornate ospitando e coccolando tra le sue fronde ogni specie di uccellini, inoltre su di esso dimoravano anche: una famiglia di scoiattoli, un alveare ed un paio di formicai.

Le giornate nell'orto di Rubens scorrevano pigre e tranquille, con il contadino che ogni sera veniva a trascorrere qualche ora in loro compagnia rinfrescandole con acqua morbida e limpida.

Tutte le sere al tramonto, Abete, prima che le loro palpebre calassero, era solito raccontar alcuni aneddoti vissuti nella sua esistenza o storie che aveva udito da lontano provenire...